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MY LIFE AS A WRITER

Ho scritto la mia prima poesia quando avevo otto anni, durante un periodo di convalescenza che mi aveva fatto rimanere a casa durante gli ultimi mesi dell’anno scolastico. Ricordo, infatti, che la poesia era incentrata sui temi della mietitura, degli scolaretti che lasciano le loro cartelle e cominciano ad assaporare la libertà, ma siccome io non potevo ancora godere dei giochi e del sole, una tristezza infantile pervase il componimento. Proprio in quel periodo comincia anche la mia passione per la lettura, che i miei genitori hanno sempre incoraggiato e apprezzato. A dodici anni, invece, età che ricordo come una tappa fondamentale nella mia vita, prendendo a poco a poco consapevolezza del mio corpo, dei miei sentimenti, dei miei desideri futuri, scrivo un paio di play comici che, con il prezioso aiuto delle mie compagne, metto in scena davanti a tutto l’istituto. Ancora non mi rendo conto di averlo fatto, data la mia timidezza di quegli anni. Fu un grande successo, tanto che la mia professoressa di lettere predisse che sarei diventata un' attrice e una scrittrice. Il fatto è che lo ero già, solo che nessuno lo sapeva, tanto meno io.

Le esperienze della vita, la mia curiosità, gli incontri, le letture, la scuola, non hanno fatto altro che tirare fuori quello che avevo già dentro. Ho lasciato negli anni decantare le idee coltivandole forse inconsciamente ma sempre fedelmente e appassionatamente.

Dopo gli studi classici nella mia città natale, incastonata tra l’Adige e il Po, mi trasferisco a Bologna per studiare e laurearmi al DAMS. Ma ci vado con il cuore a pezzi per la perdita della mia amata mamma, Anna. Ma, se come si dice dopo il male viene il bene, un incontro fatale, o meglio un ri-incontro che avevo fatto proprio a dodici anni, mi porta a Roma, e lì il cuore finalmente guarisce e torna a essere di nuovo felice. Nella capitale entro in un' agenzia per attori e comincia così a prendere forma il mio essere attrice, lavorando al cinema e alla televisione.

Poi, agli inizi degli anni novanta, un altro grande cambiamento: Los Angeles, dove vivo per più di dieci anni, acquisendo la cittadinanza americana. Che esperienza straordinaria e indimenticabile sono stati quegli anni! Pur presa totalmente dalla vita e dal ritmo della città più insane del mondo, continuo a scrivere e a lasciare tutto nel cassetto, presa come sono dal lavoro di modella, assistente dalle vendite alla libreria Rizzoli di Beverly Hills e Chauffeur di limousine. Solo al mio  rientro in Italia, le mie poesie e i miei racconti vedranno la luce di una nuova vita che mi aspetta.

Pubblico la prima raccolta intitolata “Fantasie di D. Racconti di una libertina” ispirandomi a quadri , sculture e fotografie, alcuni li potete vedere anche qui sul mio sito, scegliendo come ambientazione Parigi, Los Angeles, New York, Milano.

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Un viaggio a Parigi dove compro un basco verde, mi fa nascere l’idea della seconda raccolta: “La ragazza col basco verde”. Erotismo, mistero, surrealismo sono il leitmotiv delle mie storie, motivi che si ritrovano anche nel “Diario di una chauffeur e altre storie americane” ispirato alla mia esperienza di chauffeur di limousine a Los Angeles.

Insieme ai racconti, si sviluppa l'idea di scrivere per il teatro e il cinema, per poter finalmente dare voce, volti, ambienti alle mie storie. 

Comincio con "Il Cavatappi" che al Festival della Drammaturgia Schegge d'Autore del 2013 si aggiudica due premi e l'anno dopo "Ti lascerò qui a macchiare di rosso la neve" che prende la menzione speciale della giuria.

Poi la sceneggiatura "Tariffa Extra" si trasforma in cortometraggio. 

Seguiranno altre scritture per il cinema "Vestito da morto", "Il Porto di Venere", "Le scarpe da tennis rosse". 

"A.Wilson" viene selezionato per essere messo in scena durante la rassegna Liberi d'Estate che si svolge al teatro Libero di Milano. In questo testo recito anche come Alma Wilson, la scrittrice che non sa più distinguere tra la finzione di quello che scrive e la realtà in cui vive. 

Il noir “Dente d’oro” della Brè Edizioni, è il suo primo romanzo e ha ricevuto il diploma per “Meriti letterari” al Holmes Awards 2019. 

Il racconto “Il Porto di Venere” ha vinto nel 2019 il Premio Speciale Tematica al Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa Lord Byron PortoVenere Golfo dei Poeti.

Nel 2020 è finalista con un racconto e una poesia al VII Premio Letterario Nazionale Bukowski, Inediti di ordinaria follia. E siccome con Bukowski Daria ha in comune il giorno del compleanno, sedici agosto, Los Angeles e Dente d’oro, la soddisfazione è stata ancora più grande, per questi cento anni dalla nascita dello scrittore americano.

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Nella prefazione alla silloge "La ragazza col basco verde" mi hanno definito : “una perfetta inquieta, a partire da quella D col puntino che è già grande indice di distinzione. Si sgrana l’incapacità a stare ferma, la si sente palesemente nell’indagine dei singoli racconti, uno più tortuoso dell’altro, con flussi forti di informazioni su amore, avventura, violenza, società. Richiami essenziali e determinati a dare scossoni non indifferenti, ed è qui che la Nostra diviene leonessa in caccia della preda: inarrestabile. Selvaggiamente affascinante, come lo sono tutti gli esseri che seguono l’istinto, e quando si affidano a tale aspetto del tutto naturale, difficilmente commettono errori. La scrittura di Daria è un po’ così, colma di impulsi, nervosa e ponderata, capace di stupire come lo scatto del felino quando cattura la preda. Ma cos’ è che muove la narrazione? E’ come la fame, la sete, il bisogno primordiale, quindi essenzialmente limpido, intatto. Per questo speciale, molto speciale”.

 

E’ proprio vero che scriviamo quello che siamo.

 

 

 

"E se il sogno più grande fosse una morte così serena da assomigliare a un sogno?

E se il sogno più grande fosse semplicemente la vita stessa?

 

Uccidere i sogni è il più grave dei reati".

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